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  Un giorno un contadino si recò in un convento con un magnifico grappolo d’uva in mano. Disse al frate portinaio: “Voglio regalarti questo grappolo d’uva che è il più bello della mia vigna, perchè mi hai sempre trattato con amicizia. Voglio che questo grappolo d’uva ti dia un po’ di gioia”. Il frate portinaio, dopo aver ammirato per tutta la mattina quel grappolo stupendo, ebbe l’idea di portarlo all’abate per dare un po’ di gioia anche a lui. L’abate ne fu sinceramente felice, ma si ricordò che c’era nel convento un vecchio frate ammalato, allora pensò di poratre a lui il grappolo per sollevarlo un poco dalla sofferenza. Il grappolo d’uva non rimase a lungo nella cella del frate ammalato. Costui, infatti, pensò che il grappolo avrebbe fatto la gioia del frate cuoco e glielo mandò. Il frate cuoco lo diede al frate sacrestano per dare un po’ di gioia anche a lui. Questi lo portò al frate più giovane del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro ancora. Di frate in frate il grappolo d’uva tornò al frate portinaio per portargli un po’ di gioia. Così si chiuse un cerchio, un cerchio di gioia.