di G. Pezone (cantastorie della “repubblica partenopea“)
Grido, la rabbia che ho dentro
e miseramente non concludo
niente.
Grido, con forza un solo nome:
mi appare, mi circonda e mi
abbandona.
Grido, la voglia di una mano
che non trovo, forse è altrove,
cerdo in ogni dove.
Grido, seppur pensiero sia vento,
tempesta come giuramento,
ma il cor è solo nel silenzio.
Grido, per l’anima che sogna
di dar color alla menzogna
e patir da solo la ventura.
Grido, non ho più paura,
mi spoglio dell’abito comune
e indosso di nuovo l’armatura.
Ma dimmi che è una tua poesia?!?!?
Mi piacerebbe averla scritta io, ma purtroppo no! L’ho scovata leggendo una rivista. Condivido però quanto espresso dall’autore (il Cav. Gennaro Pezone citato all’inizio) e immaginando possano essere pensieri comuni, mi è sembrato giusto non tenerli solo per me!
grazie per l’apprezzamento.
Se vuoi puoi leggere altre cose sul mio sito:
http://www.gennaropezone.com
Cordialmente.
Gennaro Pezone
Egregio Cavaliere,
La ringrazio per il suo intervento e per aver segnalato il sito. Sarà un piacere leggere altri suoi scritti.